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Il "Viaggio Virtuale" intervento...


VENEZIA PIAZZA SAN MARCO


Le Geometrie inusuali della Luce di Barbara Gherri. p. 964 / 999

Il saggio ci introduce a riflettere sulla 'luce' così immateriale e sfuggente.

1. Il ruolo delle ombre nella visione e nel rapporto con la materia.

2. Lettura del colore e del contesto: trasparenza e illusione plastico – spaziale.

3. Suggestioni finali.


Palazzo Ducale Loggia, veduta della Libreria Marciana, Campanile, Loggetta, Procuratie Vecchie, Basilica

Foto © Pino Usicco DeHumanaArchitectura ®


Ritenevo indispensabile includere nell'Opera Editoriale Venezia Piazza San Marco una indagine essenziale sul tema della luce, quella naturale, al fine di sensibilizzare il lettore su questo aspetto purtroppo poco compreso o meglio sempre considerato come un fatto naturale. Cos'altro aggiungere: la luce è la luce, illumina. Ma di luce, che è una sola, ci sono infinite varianti che provocano sui soggetti che vengono investiti se statici, fissi, infinite costanti variazioni. Nel febbraio del 1672 Isaac Newton con il suo libro rivoluzionario dà vita alla nuova teoria sulla luce solare e i colori. Fortemente osteggiata nei primi anni del '700, realizza infine una versione definitiva che getta le basi per gli studi successivi sulla materia. La luce è fondamentale nel racconto visivo, la percezione delle opere e degli spazi dipende da una serie di complesse iterazioni causa effetto. Perciò che mi sono rivolto a Barbara Gherri, di cui conoscevo gli studi e apprezzavo l'accurato approccio metodologico e il lavoro di ricerca che ella svolge in vari ambiti connessi alla luce. Con tali premesse, grazie alla sua personalità davvero fantastica unita alla competenza, Barbara apre a riflettere su una materia così immateriale. Il saggio: ”Le geometrie inusuali della luce in Piazza San Marco”, unico nel suo genere, facilmente comprensibile, oltre che ispirato ci introduce a comprendere il valore architettonico e decorativo della Piazza San Marco in relazione alla luce. Suggestive e appassionate sono le sue motivazioni in relazione al progetto e dunque possiamo apprezzare ancor più il suo lavoro.

Appurare un vivo coinvolgimento, ma ancor di più percepire l’entusiasmo quando si parla di luce del sole e architettura è quanto mai raro e inconsueto. Quando mi venne dunque proposta questa impresa, audace e adorante nei confronti di Venezia e delle sue architetture uniche e incomparabili, non ho potuto fare altro che riversare la mia passione in questa così inusuale opera editoriale, una dichiarazione di amore per immagini ad una città e alla sua anima cosmopolita e dinamica, in cui il contributo della luce del sole, nell’illuminare e celebrare arte e storia funge da Leitmotiv per il dipanarsi di tutta l’opera”.


La Piazza San Marco e il 'limite del vuoto', luci e ombre. Foto © Pino Usicco DeHumanaArchitectura ®


[...] “Si tratta infatti di individuare il ruolo della luce naturale, che permea e letteralmente allaga l’invaso della piazza, e celebrare la luce della laguna, variabile e mutevole, così labile e traslucida nei mesi invernali, eppur così violenta e affilata nelle calde giornate estive. La lettura morfologica dello spazio vuoto e dello spazio denso in Piazza San Marco si connota come, in un certo senso, innovativo, soprattutto in relazione al rapporto con la luce naturale: occorre dunque primariamente riuscire a individuare i limiti dello spazio costruito e dello spazio percepito. Se si riflette sul significato di limite del vuoto, intendendo dunque con ciò lo spazio fisico non riempito da altro, ovvero non edificato della piazza, si pone la questione di identificare quale sia il confine della piazza, dell’invaso: si può variabilmente considerare il vuoto concluso dal limite del disegno, il limite dell’inquadratura o il limite della cornice. Lo spazio vuoto deve essere contenuto e circoscritto e in questa definizione la luce naturale altera variabilmente i confini dello spazio stesso. La trasparenza della luce naturale e, di contro, la sua potenza abbagliante, risultano inspiegabilmente come lo strumento più adeguato per fissare spazialmente un confine fisico e materiale. Si pensi come la Piazza illuminata all’alba o al tramonto, nelle ore in cui il sole è allo zenit o contrariamente, nei momenti in cui la nebbia invade silenziosa la Piazza, si dilati e si contragga, sia in direzione verticale, sia nella profondità delle Procuratie, grazie alle ombre proprie e alle ombre portate degli edifici circostanti. Colori e materiali, tessiture e consistenze materiche sono variabilmente modulate non solo dalla luce del giorno che si posa sulle superfici, ma anche dalla lucentezza acquosa della laguna. Il potere inesprimibile della luce naturale in uno spazio aperto di grandi dimensioni diventa un vero e proprio strumento di visione e di percezione modulante.


Piazza San Marco il selciato, le riflessioni, e le Procuratie Vecchie. Foto © Pino Usicco DeHumanaArchitectura ®

Mai come nel contesto costruito, densamente e riccamente decorato di bassorilievi e mosaici colorati, l’ombra deve essere rivalutata come un vero e proprio congegno per la visione. Artisti, scalpellini e maestranze che edificarono quello che oggi ci limitiamo ad osservare distrattamente, erano maggiormente consapevoli del valore scultoreo della luce del sole e dell’ombra, che veniva compresa come vantaggio percettivo, in uno spazio altrimenti abbacinante, invaso da riflessioni quasi incontrollabili, causate dai riverberi delle superfici delle facciate, dalla pavimentazione e dai listoni in pietra d’Istria, ombre che solo per l’occhio acuto si svelano come elemento di sintesi e mediazione tra lo spazio prospettico e lo spazio costruito” [...]


Barbara Gherri, Architetto e dottore di ricerca, è ricercatrice a tempo determinato a tempo pieno nel settore scientifico disciplinare SSD ICAR 10 - Architettura Tecnica presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma, dove è titolare di diversi insegnamenti e coordina ogni anno numerose tesi di laurea. La sua attività di ricerca si occupa prevalentemente di valutazioni delle prestazioni ambientali dell’edificio e strategie di risparmio energetico; della definizione di criteri progettuali per uno sviluppo ambientalmente sostenibile alla scala edilizia e micro-insediativa; della progettazione ambientale per il comfort indoor e outdoor e dell’impiego di strategie bioclimatiche passive alla scala dell’involucro edilizio e per la progettazione ambientale alla scala micro insediativa; la ricerca spazia inoltre dall’impiego di materiali e tecnologie innovative per l’involucro edilizio, per la progettazione energetico-prestazionale e per il retrofit di soluzioni esistenti, fino a comprendere le tematiche connesse alla gestione e calcolo di soluzioni per il daylighting. Una specifica linea di ricerca riguarda la progettazione ambientale per il comfort interno ed esterno e l'uso di strategie bioclimatiche passive, sia a livello di involucro edilizio sia per la progettazione ambientale della scala dei micro-insediamenti nella città consolidata.

Le sue ricerche sono state pubblicate in libri e riviste nazionali e internazionali e i suoi libri sul tema della gestione dell'illuminazione naturale sono disponibili nelle principali biblioteche nazionali e internazionali.


Palazzo Ducale, figurazioni di alcuni Capitelli del portico: 'luce e ombra'

Foto © Pino Usicco DeHumanaArchitectura ®




Titolo originale VENEZIA PIAZZA SAN MARCO LA LUCE E IL TEMPO

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